Un paesaggio unico, poco frequentato, amabile, sereno, si scorge attraversando la provincia di Ragusa alla scoperta di un territorio definito non a torto “un’isola nell’isola” per la peculiare tradizione gastronomica, per il carattere semplice e sincero dei suoi abitanti, per i suoi insediamenti urbani, le “dodici sorelle,” da scoprire nella loro ricchezza di storia e tradizione.
Si comincia dalle tre città riconosciute dall’ Unesco Patrimonio dell’Umanità: Modica, Ragusa e Scicli ricostruite dopo il terremoto del 1693, che forniscono una notevole testimonianza del genio esuberante dell’arte e dell’architettura del tardo Barocco; si continua con i rilievi, i monti Iblei, costituiti da tavolati di roccia calcarea, che il secolare fluire dei torrenti ha modellato, dando luogo a cave naturali e, grandi pozze nelle quali va a raccogliersi l’acqua piovana.
Si percorrono poi le colline che si susseguono incessantemente, in un paesaggio morbido, colorato dal giallo della gramigna e segnato, con armonia, dalla mano dell’uomo.
Alla vista compaiono i fitti reticoli dei muretti a secco, che delimitano e articolano razionalmente gli spazi coltivati e le “masserie”, complessi agricoli, talvolta antichi di secoli, con il tipico impianto a cortile, nel cui centro è collocato “u bagghiu” con il pozzo.
Ci s’imbatte poi nei boschi e nelle riserve naturali, ultime spettacolari testimonianze della vegetazione lussureggiante che un tempo ammantava gran parte della Sicilia e si giunge infine sui litorali marini prevalentemente di finissima sabbia dolcemente degradante nel limpidissimo e purissimo mare (insignito da anni della Bandiera Blu), che si distendono placidi sul mare, intervallati dai macconi, tipiche dune di sabbia, ricoperte da ginestre, lentisco e ginepro.